Spazzolare il gatto
La trama
"Adesso non possiedo nulla, tranne, suppongo, il mio corpo e la mia mente, così come sono dopo numerosi decenni di utilizzo. Mal-utilizzo, talvolta. Ma almeno, grazie a Dio, sono stati utilizzati e non li ho sprecati. Certo questo a mio figlio non posso dirlo. Ci osserva con una tale tenerezza quando sediamo insieme la sera, la gatta sulle mie ginocchia, e guardiamo lo schermo. Nella sua testa, come nella testa del mondo intero, una donna vecchia e il suo gatto sono un’incantevole rappresentazione di purezza…Invecchiare è spesso descritto come un accumulo, di malattie, sofferenze, rughe, ma è in realtà un processo di espropriazione, di diritti, di rispetto, di desiderio, di tutte quelle cose che una volta possedevi e di cui godevi con tanta naturalezza. Un tempo quando inarcavo la schiena ed emettevo piccoli miagolii di piacere i miei amanti erano elettrizzati dalla conferma della loro potenza. Adesso offro qualche centimetro di lavoro a maglia a mio figlio. È una perdita terribile”.
“Qualsiasi cosa tra le mie gambe è la benvenuta di questi tempi…”.
“La voglia di un vecchio è disgustosa, ma la voglia di una vecchia è peggio”: comincia così questo libro bellissimo e spiazzante, diventato immediatamente un caso letterario e considerato subito al proprio apparire in America e nel Regno Unito un classico del futuro.
Sfrontato, poetico, provocatorio, sensuale, sorprendente. Gli aggettivi per l’opera di esordio di Jane Campell e le tredici donne anziane con i loro desideri e i loro segreti di cui racconta semplicemente non bastano a descrivere uno dei debutti narrativi più originali e inaspettati degli ultimi anni.
– Folgorante –
Spazzolare il gatto di Jane Campbell (Atlantide edizioni) è stata una lettura che mi ha sorpreso. Una raccolta di racconti malinconica e potente, a tratti spiazzante.
Campell ha una voce precisa, dura che provoca necessariamente una reazione. Ho amato quasi tutti i racconti, quasi perché non hanno tutti la stessa intensità. Sarà che ho sempre avuto il terrore di invecchiare, quando ero bambina ci pensavo spesso… fino a commuovermi, sarà che sono ossessionata dal tempo che passa e sarà “colpa” della scrittura di questa ottantenne che ti mette di fronte a paure e ambizioni… ma io mi sono innamorata.
La folgorazione è arrivata con il primo racconto che ha un incipit forte, duro, che costringe il lettore a entrare nella storia, che lo voglia o meno:
La voglia di un vecchio è disgustosa, ma la voglia di una vecchia è peggio.
In realtà Susan e Miffy è un racconto che di erotico non ha quasi nulla, lascia addosso una malinconia leggera e forse, proprio per questo, è impossibile lasciarsela alle spalle.
Tredici storie che hanno il filo conduttore della solitudine e della riscoperta. C’è la donna che scopre il desiderio quando è ormai nella casa di riposo, l’anziana che fa i conti con un nuovo modo di vivere nel mondo post pandemico e quella che semplicemente deve adattarsi, accettare il tempo che passa e vivere con i figli in casa e un gatto da accarezzare.
La gatta e io stiamo imparando il processo di espropriazione. Invecchiare è spesso descritto come un accumulo, di malattie, sofferenze, rughe, ma è in realtà un processo di espropriazione, di diritti, di rispetto, di desiderio, di tutte quelle cose che una volta possedevi e di cui godevi con tanta naturalezza.
Campbell ha esordito quasi a ottant’anni e forse proprio per la sua età riesce ad abbracciare mondi diversi: quello di ieri con le donne erano sottomesse e costrette a seguire uno schema perennemente, e quello di oggi:
Susan sapeva che era importante essere, prima di tutto, una signora. Non era appropriato, non era mai appropriato, pensare in certi modi, vestire o mangiare o parlare in certi modi. E fantasie come quelle erano oltraggiosamente, terribilmente sbagliate. Erano palesemente sbagliate, si disse. Erano disgustose. E distolse gli occhi da Miffy…
Desiderio e morte si rincorrono in questi racconti che avrei divorato se non mi fossi imposta di metabolizzarli. Ne leggevo uno al giorno: dalla casa di riposo all’Africa, dai Robot ai viaggi in treno per inseguire un amore.
Senza il desiderio, cosa resta della vita? Sì perché qui l’amore è pulsione, ma anche attrazione mentale, romanticismo… a qualunque età. Campbell rompe un tabù e lo fa con la sicurezza di chi ha raggiunto un’età in cui si può dire tutto e con l’incoscienza di chi esordisce.
Spazzolare il gatto è…
Folgorante. Questa raccolta di racconti è stata davvero una scoperta bellissima per me. Non voglio parlare dei racconti, voglio che vi godiate questo viaggio nel desiderio, attraversando solitudine, giudizi e vincendo le ritrosie.
Consigliato per chi è in cerca di un libro che lo ipnotizzi, per chi non ha paura di guardare la tristezza in faccia, per chi indossa scarpe piene di malinconia e non le cambierebbe per nulla al mondo.
Spero escano altri racconti di questa autrice, spero che un giorno diventi normale pensare a una donna di ottant’anni che fa sesso, che ha pulsioni e desideri. Non esistono solo gli uomini in questo mondo.
Adesso non possiedo nulla, tranne, suppongo, il mio corpo e la mia mente, così come sono dopo numerosi decenni di utilizzo. Mal-utilizzo, talvolta. Ma almeno, grazie a Dio, sono stati utilizzati e non li ho sprecati.
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