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RECENSIONE: Speravo che ovunque potesse essere casa (Marco Marino)

Speravo che ovunque potesse essere casa - Marco Marino - Bookabook
RECENSIONE: Speravo che ovunque potesse essere casa (Marco Marino)

Speravo che ovunque potesse essere casa

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
14/02/2019

Pagine:
143
ISBN:
8833231402
ASIN:
B07NQLNQ9P
Acquista:

La trama

Quando sei piccolo ti chiedono cosa vuoi fare da grande, come se la scelta fosse nostra e non dettata da una società che ama giocare con le nostre vite, che ci sfrutta e poi ci abbandona. Due ragazzi, Lui e Lei, entrambi senza un nome perché privati di un'identità. Innamorati e costretti a lasciare la loro Casa per trasferirsi in un posto lontano, che non amano e in cui non sono amati. Un posto senza nome, come loro. Lui colleziona rifiuti che lo fanno sentire una nullità e si avvelena con sostanze che lo distruggono. Lei si sveglia tutte le mattine per fare un lavoro che non sognava da piccola, ma che è pur sempre qualcosa, forse un'occasione, finalmente. Insieme ora cercano di non voltarsi indietro, per paura di vedere ciò che hanno perso, e di guardare verso un futuro che sembra ancora solo un sogno, così come una speranza di ritrovare Casa.

 – Illusioni – 

Speravo che ovunque potesse essere casa  di Marco Marino (Bookabook)  è la storia di una coppia, ma non è una storia d’amore in senso tradizionale. A pensarci bene nel libro di Marino non c’è nulla di scontato o normale. Quando Bookabook mi ha proposto la lettura mi sono buttata ma non sapevo cosa aspettarmi.

La voce narrante è quella di Lui, che ci racconta gli albori della storia d’amore e ci descrive una Lei determinata, dolce e… amata. I protagonisti non hanno nome sono solamente lui e lei.

Speravo che ovunque potesse essere casa - Marco Marino - BookabookAll’inizio non sappiamo molto di loro. Si sono trasferiti da poco in un paesino sperduto del nord. Nel leggere le descrizioni ho pensato subito a un colore: il grigio. L’amore, la spensieratezza e la vivacità della coppia vengono inghiottiti da questo ostile posto.

Io penso che nella storia di Lui e Lei ci si possa riconoscere facilmente. Due volte sono stata sul punto di lasciare la mia città e… non ce l’ho fatta. Ho avuto la fortuna di cominciare a lavorare prima di laurearmi e proprio come il protagonista, sono una giornalista anche io.  E ho provato sulla mia pelle tutte le frustrazioni descritte. Sfruttamento, lavoro gratis, cattiverie perché sei l’ultima arrivata…

La mancanza di lavoro (e soprattutto di lavoro qualificato) è il male della nostra generazione. Il precariato è per i più fortunati un punto di arrivo e non una scelta consapevole. Quando il lavoro per il quale hai studiato chiama… a te restano due strade: o rifiuti o accetti. Anche se accettare significa inevitabilmente lasciarsi alle spalle la città natale.

Lui e Lei durante la loro relazione, si sono conosciuti all’università, si sono spostati spesso in città diverse. Ma qui… qui è tutto diverso. Il paese è talmente piccolo che ci si può perdere tra vie sconosciute, gli abitanti sono chiusi, le case costano tanto… insomma, niente ma proprio niente va per il verso giusto.

Anche lei odia questo posto da morire. Ne sono più che sicuro. Se c’è qualcosa che ho imparato a capire di lei in questi anni è quando il suo volto trasmette felicità e quando invece tristezza. Si è ritrovata a vivere un’avventura completamente diversa da quella che si aspettava.

Nel corso dei colloqui, quelli del lavoro, dai responsabili dell’ufficio personale fino ai dirigenti che aveva incontrato anche solo per pochi minuti, le avevano presentato tutta un’altra situazione. Le avevano disegnato un quadro ben diverso da quello che poi si è trovata davanti. Sono abbastanza sicuro che stia iniziando a odiare anche il lavoro. Dice che i suoi colleghi non le stanno rendendo la vita facile, soprattutto le donne. “Noi donne al lavoro sappiamo essere insopportabili, siamo incapaci di fare gruppo”, parole sue.

Accompagniamo Lui all’ufficio di collocamento, dove si respira insofferenza e rassegnazione allo stesso tempo. Guardiamo la sua frustrazione crescere e ci sentiamo ingabbiati… cosa ne sarà di Lui e Lei? Riusciranno a sopravvivere o verranno mangiati da quel posto? Un’eterna sfida tra città e provincia, tra nord e sud. Scopriamo che spesso le scelte più sicure sono quelle che ci costano di più e soprattutto scopriamo che ogni posto, non può essere casa, ma non per i motivi che credevamo all’inizio.

Speravo che ovunque potesse essere casa è…

Un libro sulla speranza perduta. Sulle illusioni che ci abbandonano. Non posso svelarvi troppo, ma l’infelicità di Lui è anche interiore e a un certo punto quella flebile fiammella di speranza rischia di spegnersi per sempre.

Una speranza vuota la mia, priva di qualsiasi fondamento, ma pur sempre una speranza. Di quelle che sai essere talmente remote che forse, proprio per questo, si trasformeranno in realtà.

La lettura scorre veloce, sono meno di centocinquanta pagine e soprattutto continuamo a leggere èerché ci chiediamo dove vuole andare a parare Marino. E’ una storia d’amore? Un amore che si infrangerà? Che sopravviverà nonostante i nonostante? E’ una storia di disperazione? E’ ordinaria frustrazione?

Consigliato per chi ha voglia di leggere una storia che parte da premesse molto conosciute e arriva a conclusioni insolite… chi sono? Dove abitano? Le risposte non hanno importanza.

three-stars

Alcune note su Marco Marino

Marco Marino, nato e cresciuto a Napoli, è giornalista professionista, web content e blogger, e ha collaborato con quotidiani ed emittenti televisive nazionali e locali. La scrittura è il suo modo per raccontare il mondo che lo circonda e la sua valvola di sfogo. Speravo che ovunque potesse essere casa è il suo romanzo d’esordio.

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