Tempo variabile
La trama
Lizzie fa la bibliotecaria. Le persone si confidano con lei, affidandole piccole parti di loro stesse. Generosa e un po' sperduta, con suo marito Ben condivide attimi fatti di complicità e spazi vuoti; si occupa con amorevole e caotica energia di suo figlio, di un fratello con un problema di dipendenza, di una madre dall'ingombrante religiosità. Un giorno la sua amica Sylvia, esperta di cambiamento climatico, le chiede di rispondere alle mail degli ascoltatori del suo podcast Cascasse il mondo. E Lizzie riceve messaggi allarmati sulla fine dell'umanità, su come sopravvivere a una catastrofe, sul controllo globale, che amplificano le sue preoccupazioni fino a mettere in dubbio ogni certezza, compreso l'amore per Ben. Eppure Lizzie resiste, opponendosi alla deriva dei sentimenti, alla paura per il futuro, con un umorismo asciutto e irresistibile solo a tratti venato di sconforto. Dopo "Sembrava una felicità" e "Le cose che restano", Jenny Offill torna con un romanzo sull'America di oggi, in balìa degli stravolgimenti climatici e dell'arroganza della politica. In frammenti brevi e illuminanti, "Tempo variabile" è un distillato di emozioni che ci avvolge come un'onda tiepida, in cui ci tuffiamo con la gioia e la paura che cresca fino a sommergerci.
– Frammenti –
Tempo variabile di Jenny Offill (NNEditore) è stata una piacevole scoperta. Dopo aver letto un articolo di giornale su Tuttolibri che parlava proprio dell’attualità di questo romanzo, ho sentito il bisogno di leggerlo. Avrei apprezzato un libro fatto di frammenti apparentemente sconclusionati? Contro ogni aspettativa, la risposta è sì.
Tempo variabile è un libro che in superficie fa distrarre, dall’altra parte inchioda di fronte alle proprie domande. Lo ammetto, all’inizio mi sono sentita disorientata: tutte quelle frasi, battute, poesie… insomma non riuscivo a capire dov’ero né cosa stessi facendo… ma lo smarrimento iniziale lascia presto spazio a un sentimento di amicizia nei confronti di Lizzie, una protagonista che si fa troppe domande (come me) ma che sa conquistarsi la fiducia del lettore, perché è genuina.
Lizzie fa la bibliotecaria part – time, abituata ad osservare gli altri ci porta nel suo mondo fatto di libri e stranezze, tutto condito da battute sarcastiche e domande apocalittiche. Lizzie è anche una mamma e una moglie e il dramma familiare (d’obbligo per chiunque abbia una famiglia) è dietro l’angolo. L’altro grande protagonista di Tempo variabile è Henry il fratello tossicodipendente che non riesce ad acquisire indipendenza o forse non vuole farlo. Un fardello da sobbarcarsi, un impegno dietro al quale Lizzie può nascondersi per un po’.
La storia decolla quando Sylvia chiede a Lizzie di occuparsi delle mail che arrivano: dovrà rispondere alle decine di angoscie che attanagliano gli ascoltatori dei podcast sui cambiamenti climatici di Sylvia. Un lavoro che Lizzie accetterà con slancio e buona volontà, ma non sarà questo che le tornerà indietro. Ossessione chiama ossessione.
Lo sfondo è apocalittico, le persone sanno che il mondo così come lo hanno conosciuto cambierà, la terra “si vendicherà”, spazzerà via tutto e tutti? Come è possibile difendersi?
Ascolto di nuovo quella dello psicologo specializzato in catastrofi. Spiega che nelle emergenze il cervello può girare a vuoto nel tentativo di trovare una situazione a cui paragonare quella in cui si trova. Ecco perché bisogna pianificare prima. Negli alberghi, studiate le uscite di sicurezza. Sui traghetti, guardate dove sono i giubbotti di salvataggio. In aereo, leggete le istruzioni che vi dicono di leggere.
Forse non lo è. Ed ecco che il mondo circostante per Lizzie cambia, lo percepiamo dalle sue descrizioni, dalle riflessioni sulla quotidianità che riflette la nostra:
Un tempo era facile lasciare volantini in biblioteca ma adesso sono tutti in una vetrina. Si apre con una chiave e va chiesta al bancone. Lorraine ha deciso così dopo che qualcuno aveva cominciato ad appendere frasi piene di odio.
Alcuni teorizzano che ci sia una nuova ondata di odio. Atri che la quantità di odio è sempre la stessa. Lorraine propende per la seconda. «Solo che la gente adesso se ne accorge» dice.Qualcuno riporta un libro che si intitola Detti dei padre del deserto. Lo sfoglio a pranzo mentre mangio.
Arriverà un tempo in cui gli uomini impazziranno e vedendo qualcuno che non è pazzo lo attaccheranno dicendo: «Sei pazzo, non sei come noi».
Le persone di Tempo variabile sono sole e prese dalla paura per la fine del mondo, hanno paura che non esista un futuro e paradossalmente sono prigioniere di domande e solitudine. La fine dei valori, gli algoritmi che governano la nostra vita, le dipendenze da farmaci ed emozioni…
Jenny Offill (e questa pandemia) ci ricorda di quanto siamo piccoli, indifesi, di quanto le nostre priorità di fronte alla minaccia dell’Apocalisse si dimostrino insulse e prive di importanza.
Come fare per sopravvivere? Fare come Lizzie, affrontare l’ignoto, gli anni che passano, un passo alla volta. Un frammento alla volta.
Pura apparenza il colore, pure apparenze il dolce e l’amaro. Solo gli atomi e lo spazio vuoto hanno un’esistenza reale.
(Democrito aveva scritto settanta libri. Rimangono solo frammenti).
Tempo variabile è…
Frammenti. Tempo variabile riesce ad essere una lettura scorrevole e divertente, nonostante tocchi dei temi molto seri. Lizzie si mostra per quello che è: una donna che non viene più guardata dagli altri uomini, che flirta per prendersi una vacanza, che non risparmia il sarcasmo a se stessa. Non è un’eroina, anche lei sbaglia come mamma e come moglie, anche lei cerca disperatamente e anche un po’ goffamente strada quando incontra le altre madri.
In Tempo variabile non ho trovato le risposte che mi aspettavo, ma mi sono ricordata che anche un viaggio di mille miglia comincia sempre con un passo.
Consigliato per chi ha bisogno di abbandonarsi a una struttura non tradizionale: non saprete se state leggendo poesia, haiku… ma sorriderete e con Lizzie vi preoccuperete, perché le sue domande sono anche le nostre.
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