Tre vivi, tre morti
La trama
Un romanzo familiare dalle venature noir, dove quella nascosta sotto il tappeto è polvere da sparo, dove tenersi stretta un'esistenza banale si rivela meno semplice che premere il grilletto. E dove storie e passati si intrecciano. Firenze, fine anni '50. Modesto e Aurora sono sposati, fanno gli insegnanti, hanno entrambi l'amante. Si sono conosciuti in un giorno storico, quando Aurora assieme a molte altre italiane ha espresso il suo voto per la prima volta. Ora condividono una quotidianità fatta di cinema del lunedì, battute al vetriolo e perdite d'equilibrio. Finché una lettera non turba la loro placida routine: qualcuno sa di un "fattaccio" che riguarda Modesto, e che lui pensava sepolto nel passato... Fra Russia e Abruzzo, primi anni '40. Guerino è un giovane soldato, ha un padre vedovo e infiacchito, uno zio spavaldo e fascista. Scampato all'assideramento nella steppa, al rientro in patria si unisce alle milizie repubblichine. Con gli alleati ormai alle porte di Roma, sembra finire per sempre dalla parte sbagliata della Storia...
– Cerchio –
Tre vivi, tre morti di Ruska Jorjolian (Voland) non è stata una lettura facilissima per me. Ho sicuramente sbagliato approccio e l’ho capito troppo tardi. Ho trascorso tre quarti del libro a chiedermi dove mi stesse trascinando l’autrice e invece avrei dovuto abbandonarmi alla corrente. Infatti Tre vivi, tre morti non è una storia narrata in maniera lineare.
Sono diverse le voci che prendono la parola in Tre vivi, tre morti e sono loro a creare il tempo e lo spazio della storia. Come se il contorno non esistesse e in effetti è così, lo capiamo dalle prime righe:
Con un coltello incideva la corteccia dell’albero, ne staccava lunghe e sottili strisce. Non poteva che essere autunno, il periodo più adatto a un simile lavoro, benché la cognizione del tempo sia il pedaggio che si paga per entrare nei sogni.
I primi protagonisti sono Aurora e Modesto, due personaggi all’apparenza insipidi. Sono gli anni Cinquanta, i due sono entrambi insegnanti e non hanno figli ed entrambi hanno un amante. Modesto va a letto con un’attrice, mentre Aurora si è invaghita di Luciano, un uomo dal brutto profilo destro che l’ha abbordata al bar. La storia d’amore tra Aurora e Modesto sembra carica di non detti, l’aria tra loro è viziata, pesante e in questa inquieta normalità si insinua una crepa. Modesto riceve una lettera che lo costringe a fare i conti con un passato segreto.
Ma solo andando avanti con le pagine scopriamo che in realtà Modesto è un uomo ricco di sfaccettature, tutte illuminate da un passato fatto di guerra, morte e paura. Un uomo che è andato in pezzi e che proprio l’incontro causale (?) ha trasformato tutto. Perché non si conoscono in un giorno qualunque… e questo ci riporta diretti alla seconda parla del libro, quella in cui a parlare sono Guerino, il padre e lo zio Nelson, Dalmazio e Sebastiano.
Qui gli anni sono diversi; bisogna scegliere da che parte stare (ci muoviamo tra gli anni Trenta e Quaranta), andiamo in Russia, i nostri compagni sono fascisti mentre gli alleati sono alla porta. Scegliere da che parte stare è difficile come in una partita a scacchi. Qui non si parla di ideali o convinzioni ma nella maggior parte dei casi di convenienza.
Fermo in mezzo al cortile guardò l’ultima volta la cartolina che gli aveva spedito il figlio: un’immagine della stazione centrale di Milano con le sue colonne, i suoi vuoti tra le colonne, e i prati davanti come a compensare quei vuoti. Sul retro si leggeva:
Se loro moriranno tutti, anch’io morirò, papà è una fatica inutile dirtelo, lo so, come scrivere al vento. Ma tu sarai sempre mio papà, dovessimo un giorno addormentarci e al risveglio non ricordarci più di essere mai stati padre e figlio. Tuo Guerino.
Ruska Jorjolian cambia non solo le voci ma anche lo stile narrativo con facilità. In Tre vivi, tre morti leggiamo diari,e favole intervallate da flashbck e voci che si alternano e, devo essere sincera sono rimasta confusa. Mi sono concentrata sulle domande sbagliate e non mi sono resa conto che alla fine i pezzi sarebbero andati a posto da soli. Cosa c’entra Guerino con Modesto? E Aurora? Che cos’ha di speciale? E intanto mi sono dimenticata con le parole con le quali si apre il libro: “Tutto succede e nulla si ricorda” di Borges. Troppo impegnata a risolvere un enigma, la cui soluzione è sempre stato sotto i nostri occhi.
E intanto le pagine scorrono e lo fanno a ritroso, portandomi al giorno del segreto, alla violenza, alla bellezza della natura contaminata dalla violenza.
Tre vivi, tre morti è…
Un cerchio che si chiude. Come in un teatro le voci cambiano e gli avvenimenti storici si mescolano alle vite dei personaggi e ciò che sembrava oscuro all’inizio si chiarisce durante le pagine finali. La struttura è senza dubbio originale e il ritmo è incalzante. La scrittura di Jorjolian è vivace e piacevole ma non sono riuscita ad apprezzare davvero Tre vivi, tre morti.
Solamente durante il diario di Aurora mi sono rilassata e ho messo insieme i frammenti raccolti durante la lettura, ma ormai il libro era agli sgoccioli.
Consigliato per chi vuole leggere una storia originale, in cui storia e personaggi diventano la stessa cosa. Mistero, noir e Storia sono gli ingredienti principali di Tre vivi, tre morti . Mescolati in maniera non tradizionale stupiranno (o ahimé confonderanno per un po’) il lettore.
Non si può scappare dalla verità, quella ci raggiunge sempre.
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